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Non sarebbe stato contento Carlo Pisacane dell’Unità d’Italia sottoscritta dal trio Garibaldi-Cavour-Vittorio Emanuele II. Proprio quel Pisacane che la retorica sul Risorgimento ci ha consegnato come l’eroe dei “trecento giovani e forti che sono morti” immortalato da “La spigolatrice di Sapri”. Perché quella retorica ha omesso di raccontarlo come il rivoluzionario pioniere dell’anarchia d’Italia, un ateo convintamente democratico che sosteneva che democrazia non poteva esserci fino a quando ci sarebbe stata “gente tanto ricca da potere comprare altrui, né tanto povera da doversi vendere”. Difficilmente avrebbe stretto la mano ad un monarca. Lo si capisce vedendo l’ultimo spettacolo di Ascanio Celestini che, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, porta in scena “Pro Patria. Senza prigioni, senza processi”, al Teatro Bellini di Napoli il 2 e il 3 dicembre 2011. In un monologo di 100 minuti Celestini racconta non solo di Pisacane, ma dei tanti – tantissimi – giovani rivoluzionari che persero la vita a 18, 22, massimo 30 anni per un’Italia ideale che sarebbe stata assai diversa da quella che poi è stata. Da solo in scena, Ascanio è un detenuto che si muove in uno spazio di due metri per due. Il dialogo è con un Mazzini silenzioso al quale il protagonista chiede con insistenza: “Quando è che avete pensato ‘siamo sconfitti’ Mazzini?”. E via a ripercorrere le storie dei protagonisti della Repubblica Romana: dai giovanissimi che persero la vita, quello che a 20 anni era rivoluzionario e a 50 siede al governo del paese voluto dalla monarchia che aveva combattuto e così via. Il detenuto-protagonista, interpretato da Celestini, quelle storie le ha scoperte dagli unici tre libri che la censura del carcere gli ha consentito di leggere: i testi del Risorgimento, appunto. Un Risorgimento riletto in chiave assai lontana dalla retorica alla quale gli italiani di oggi sono stati abituati sin dai banchi di scuola e che si sono ritrovati tante volte davanti nel corso delle celebrazioni del 150° dell’Unità.
Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it
Recensione de “Il piccolo libro dei Beatles” di Hervé Bourhis (Black Velvet)
Nuova Orchestra Scarlatti: Caravaggio e i Caravaggeschi, il 3 dicembre 2011