Di: Redazione

Tempo di lettura stimato: 4 minuti

Venerdì 18 febbraio 2011, Il Pozzo e il Pendolo Teatro di Napoli

il debutto di Novecento di Alessandro Baricco

In scena le pagine di un testo dalla potenza deflagrante, capaci di condurre in una esaltante traversata tra emozioni ‘forza otto’, per suggestioni senza fiato

Sarà in scena da venerdì 18 febbraio 2011 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 20 e poi dal 25 al 27 e ancora dal 3 al 6 marzo), negli spazi de Il Pozzo e Il Pendolo Teatro di Napoli, Novecento, originale e coinvolgente allestimento di Annamaria Russo, che si avvale delle scene a cura di Marianna Guerrera.

L’esclusiva messa in scena si avvale della presenza, in scena, di Paolo Cresta, che, farà rivivere le emozionanti pagine dell’opera di Alessandro Baricco.

Il testo racchiude la storia, raccontata dall’amico suonatore trombettista Tim, di Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento. Abbandonato sulla nave da emigranti, è allevato da uno dei componenti dell’orchestra. Il suo mondo è una nave dalla quale non sa scendere. Oltre quella nave c’è la vita, quella vera. E la musica, quella che “suona perché l’oceano è grande e fa paura”, è invece l’unica vita che sa immaginare.

I suoi elementi naturali divengono il transatlantico, il mare e la musica, da cui non è mai sceso e dove, presto, diventa un pianista di successo. Anche se non ha mai visto che mare e porti, viaggia moltissimo con la fantasia, carpendo le notizie dai passeggeri che incontra. A trentadue anni decide di scendere a terra, ma, all’ultimo momento, Novecento ci ripensa e corre a rifugiarsi nuovamente nell’antro della nave.

Poche pagine, una sinfonia di parole e una storia che sembra riecheggiare leggende d’altri tempi. Si diceva che il Virginian fosse un piroscafo, che negli anni tra le due guerre faceva la spola tra Europa e America, con il suo carico di miliardari, di emigranti e di gente qualsiasi, e che nelle sue stanze si esibisse ogni sera un pianista straordinario, dalla tecnica strabiliante, capace di suonare una musica mai sentita prima, meravigliosa.

Di lui si diceva che la sua storia fosse stata pazzesca, che fosse nato su quella nave e che da lì non fosse mai sceso. E che nessuno ne conoscesse il perchè. E’ una musica che può suonare attraverso ottantotto tasti, una musica infinita attraverso uno strumento finito. L’unica musica che Novecento sa suonare, la sola vita che può vivere.

“Sarà che Novecento – evidenzia Annamaria Russo – è una di quelle storie che segnano il passo del nostro viaggio nel mondo della letteratura. Sarà che se un libro lo leggi cento volte, e ti emozioni sempre, ogni volta, ti nasce dentro la voglia di condividerlo. Sarà quel che sarà, di sicuro, però, mettere in scena Novecento è stata una di quell’esperienza che hanno molto a che fare con la felicità”.

Novecento è una storia straordinaria, una fiaba struggente, amara e dolcissima da “vivere” piano, adagio, a lume di candela, da soli o in compagnia, con piacere, gustandola, innamorandosene, pagina per pagina, emozione dopo emozione. Una lezione di vita piccola, preziosa, unica, e perderla sarebbe un peccato. Tenerla solo per sé un sacrilegio.

Novecento, di Alessandro Baricco

Napoli, Il Pozzo e il Pendolo Teatro 18>20 febbraio, 25>27 febbraio, 3>6 marzo 2011

Inizio delle rappresentazioni alle ore 21.00 (feriali), ore 18.30 (domenica)

Info e prenotazioni al numero 0815422088 email info@ilpozzoeilpendolo.it

Da venerdì 18 a domenica 20 febbraio 2011

Napoli, Il Pozzo e il Pendolo Teatro

(repliche dal 25 al 27 febbraio e dal 3 al 6 marzo)

Compagnia Il Pozzo e il Pendolo

presenta

Novecento

di Alessandro Baricco

con Paolo Cresta

progetto di Annamaria Russo

una produzione Vesuvioteatro

durata della rappresentazione 75’ circa, senza intervallo

“Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla”.

Sarà che a leggerla questa frase ci è sembrato di averla scritta noi. Sarà che Novecento è una di quelle storie che segnano il passo del nostro viaggio nel mondo della letteratura. Sarà che se un libro lo leggi cento volte, e ti emozioni sempre, ogni maledetta volta, ti nasce dentro la voglia di condividerlo. Sarà quel che sarà… Di sicuro, però, mettere in scena Novecento è stata una di quelle esperienza che hanno molto a che fare con la felicità….

Poche pagine, una sinfonia di parole, e una storia che sembra riecheggiare leggende d’altri tempi. ‘Si diceva che il ‘Virginian’ fosse un piroscafo, che negli anni tra le due guerre faceva la spola tra Europa e America, con il suo carico di miliardari, di emigranti e di gente qualsiasi, e che nelle sue stanze si esibisse ogni sera un pianista straordinario, dalla tecnica strabiliante, capace di suonare una musica mai sentita prima, meravigliosa. E di lui si diceva che la sua storia fosse stata pazzesca, che fosse nato su quella nave e che da lì non fosse mai sceso. E che nessuno ne conoscesse il perché’

Una fiaba struggente, amara, dolcissima.. La storia di un pianista eccezionale, capace di suonare una musica meravigliosa, una musica che non esiste da nessuna altra parte che non sia l’oceano. Il suo nome è Novecento, il suo mondo una nave dalla quale non sa scendere. Perchè oltre quella nave c’è la vita. Quella vera. E la musica, quella che “suona perché l’oceano è grande e fa paura” è invece l’unica vita che sa immaginare . E’ una musica che può suonare attraverso ottantotto tasti, una musica infinita attraverso uno strumento finito. L’unica musica che Novecento sa suonare. La sola vita che può vivere.

Una storia straordinaria da leggere piano, adagio, a lume di candela, da soli o in compagnia, con piacere, gustandola, innamorandosene, pagina per pagina, emozione per emozione, una lezione di vita piccola, preziosa, unica. Perderla sarebbe un peccato. Tenerla solo per sé un sacrilegio.