Di: Redazione
Tempo di lettura stimato: 5 minuti
Venerdì 21 ottobre 2011, Teatro Nuovo di Napoli
…Da questo tempo e da questo luogo…25 rose dopo
In scena il lavoro, tenero, nostalgico ed emozionante, che Cristina Donadio dedica ad Annibale Ruccello e Stefano Tosi, a 25 anni dalla loro scomparsa
“Ho sognato spesso in questi venticinque anni Stefano e Annibale, insieme, come se da quel pomeriggio di settembre in cui volarono via fossero diventati un’unica entità…”.
Da queste appassionanti parole prende vita il tessuto drammaturgico dello spettacolo …Da questo tempo e da questo luogo…25 rose dopo, in cui Cristina Donadio, che firma l’ideazione, la regia e lo spazio scenico oltre ad esserne interprete con Luca Trezza e Fortunato Angelini, realizza una delicata ed appassionante creazione scenica dedicata ad Annibale Ruccello e Stefano Tosi, a venticinque anni dalla loro scomparsa.
In prima assoluta al Teatro Nuovo di Napoli da venerdì 21 ottobre 2011 alle ore 20.30 (repliche fino a domenica 30) e presentato da Compagnia Teatrale Enzo Moscato, l’allestimento prende vita da un triangolo, figura geometrica che rispecchia il senso del loro modo di essere: tre individui, legati tra loro indissolubilmente da una linea immaginaria. Da qui si dipanano ricordi, immagini, pensieri, frammenti di vita vissuta tra il prima e il dopo, per tessere una drammaturgia in cui inserire il bizzarro incontro-anniversario.
“Non pensavo – evidenzia Cristina Donadio – che sarebbe stato tanto difficile mettere in scena se stessi. Quando ho cominciato a lavorare a questo spettacolo non ho avuto dubbi, quello che volevo era incontrare di nuovo Annibale e Stefano, per una sera, in un teatro, o per meglio dire, su di un palco, luogo familiare a tutti e tre. Dunque dovevo creare il pretesto, affinchè ciò potesse accadere”.
Il “pretesto” è il ricordo di una notte in cui Annibale e Stefano le raccontarono di un luogo pieno di luce, di una spiaggia, di un mare calmo dove, passeggiando, si ritrovavano ad ascoltare canzoni americane. Questa, tra tante, è stata l’immagine fondamentale, da cui è iniziata la suggestione.
“Ho immaginato – aggiunge la Donadio – che Stefano e Annibale avessero un tempo a disposizione per lasciare quel luogo, quella spiaggia, quel mare, quella luce dove tutto scivola, tutto si mescola, tutto si incrocia, per venire a fare una visita, una visita molto speciale in un luogo a entrambi familiare. Un palcoscenico nudo e immerso nel buio, dove, non avrebbero potuto, per apparire, che farsi corpo nelle parole, dunque nei personaggi, e diventare via via Jennifer, Anna Cappelli, Ferdinando, Ida, Clotilde, Gesualda, Adriana”.
Pian piano quest’immagine ghermiva l’idea di messa in scena per celebrare questo incontro-anniversario, rivelando l’esigenza di mettere a fuoco due sensazioni apparentemente distanti tra di loro, ma in realtà concatenate profondamente nell’animo: il senso del “danno”, della ferita, che inevitabilmente segna tutto ciò che è il dopo, e quello dell’esigenza di riparare a una sorta d’inconscio, inspiegabile, quasi inconfessabile rancore.
Un viaggio in un passato lungo venticinque anni, che incontra sul proprio percorso colori, sentimenti e stati d’animo creduti rimossi, e che, invece, sono lì, messi in scena e raccontati, proprio a loro due, in quella che è divenuta una sorta di amorevole confessione.
Lo spettacolo si avvale della ricerca coreografica di Fortunato Angelini, video di Andrea Butara, abito di Alessio Visone e la scultura di Betty Bee.
…Da questo tempo e da questo luogo…25 rose dopo, di Cristina Donadio
Napoli, Teatro Nuovo – dal 21 al 30 ottobre 2011
Inizio delle rappresentazioni ore 20.30 (feriali), ore 18.00 (domenica)
Info e prenotazioni al numero 0814976267 email botteghino@nuovoteatronuovo.it
21 – 30 ottobre 2011
Compagnia Teatrale Enzo Moscato
presenta
…DA QUESTO TEMPO E DA QUESTO LUOGO…
25 rose dopo
di Cristina Donadio
con Cristina Donadio, Luca Trezza, Fortunato Angelini
ricerca coreografica Fortunato Angelini, video Andrea Butara
abito Alessio Visone, aiuto regia Teresa Di Monaco, scultura di Betty Bee
ideazione, regia, spazio scenico di Cristina Donadio
Ho sognato spesso in questi venticinque anni Stefano e Annibale, insieme, come se da quel pomeriggio di settembre in cui volarono via fossero diventati un’unica entità e spesso, nei nostri “incontri notturni” mi hanno raccontato del…loro tempo e del…loro luogo, in modo semplice, naturale, sereno…Una notte, mi ricordo, mi hanno raccontato di un luogo pieno di luce, di una spiaggia, di un mare calmo dove passeggiando, si ritrovavano ad ascoltare canzoni americane….questa forse tra tante è stata l’immagine che più mi ha colpito e da qui è partita la mia suggestione …
Ho immaginato che Stefano e Annibale avessero un… tempo… a disposizione per lasciare quel luogo……quella spiaggia, quel mare, quella luce dove tutto scivola, tutto si mescola, tutto si incrocia, per venire a fare una visita, una visita molto speciale in un luogo a entrambi familiare, un palcoscenico nudo e immerso nel buio, dove, non avrebbero potuto, per apparire, che farsi corpo nelle parole, dunque nei personaggi e diventare via via Jennifer, Anna Cappelli, Ferdinando, Ida, Clotilde, Gesualda, Adriana …..
…mano a mano che quest’immagine prendeva corpo nella mia idea di messa in scena, mano a mano che pensavo a come celebrare questo incontro-anniversario, forte nasceva in me l’esigenza di mettere a fuoco due sensazioni apparentemente distanti tra di loro, ma in realtà concatenate profondamente nel mio animo: il senso del “danno”, della ferita, che inevitabilmente segna tutto ciò che è il dopo…e quello dell’esigenza di riparare a una sorta di inconscio, inspiegabile, quasi inconfessabile rancore….
…. Insieme, ripensavo a un saggio di J.M. Le Clèzio, Estasi e Materia, letto molti anni fa, una sorta di monologo più che saggio, più flusso di pensiero che trattato filosofico dove Le Clèzio con un linguaggio denso, tumultuoso, trascinante, caotico, offre la sua visione dell’esistenza che ha come matrice il caos della materia, uno spazio brulicante e muto che racchiude nascita e morte, dunque i vivi e i non vivi…..
Di qui l’idea di accoglierli e …cria’ nu poco ‘e vita, pe mezz’ora, ‘nzieme a vvuie…..( E.Moscato), per poi riaccompagnarli dopo aver “ fatto pace”, al…confine, del loro tempo e del loro luogo, alla presenza di quel ….destino che indissolubilmente ci ha uniti, tutti e tre, in un viaggio senza fine…..
Ricordando Annibale e Stefano
….Faceva caldo, quel giorno di settembre a Benevento, sebbene fosse pomeriggio inoltrato, continuava a fare un gran caldo…eravamo in teatro, quel giorno di settembre, nel cortile della Rocca dei Rettori per il Festival Città Spettacolo , io, regista de l’Histoire du Soldat di Stravinskij e Giovanni Girosi e Annamaria Morelli amici fratelli che avevano creato la magia di quell’allestimento e i miei magnifici attori-animatori e Mario De Stefano socio prezioso ….eravamo contenti, quel giorno di settembre, spensierati, allegri: avevamo debuttato da pochi giorni, le critiche erano state esaltanti e per la sera era previsto il tutto esaurito….lì, nel cortile della Rocca dei Rettori, quel giorno di settembre, tutti noi aspettavamo Stefano Tosi, mio amico-marito-compagno-complice, anima e ideatore insieme a me della Compagnia Il Sole e la Luna…..era andato a Roma, Stefano, quel giorno di settembre al Ministero dello Spettacolo, proprio per occuparsi della nostra Compagnia, delle sovvenzioni, delle scadenze, dei progetti…anche a Roma faceva caldo, quel giorno di settembre, me lo aveva detto Stefano in una telefonata di metà mattina, quando mi aveva preannunciato che ci saremmo visti direttamente a teatro, prima dell’inizio della replica, di lì a qualche ora…….
…..si erano incontrati a largo Argentina, Stefano e Annibale, in quella calda giornata di settembre, per caso, come in genere succede solo nei film…anche Annibale era stato al Ministero, quella mattina, per occuparsi della sua compagnia,,,anche Annibale, come Stefano, era diretto a Benevento al Festival Città Spettacolo dove lo aspettavano i suoi amici compagni dei Teatri Uniti…..in partenza entrambi, decisero di fare il viaggio assieme….e dopo un po’, su quella calda giornata di settembre, calò il gelo…….
quel viaggio non è più finito,piuttosto
li ha uniti per sempre: due ragazzi di 29 anni che andavano incontro ai loro sogni…..
da quel pomeriggio del 12 settembre di venticinque anni fa, dunque, per me Stefano e Annibale sono una cosa sola, un’unica amorevole entità, per questo a entrambi va il mio ricordo carico di tenerezza e nostalgia.
Cristina Donadio
“Il malato immaginario” di Molière al Teatro Bellini di Napoli
“Il signor Malaussène” dal 20 gennaio 2011 al Pozzo e il Pendolo Teatro di Napoli