Di: Rosa Carandente
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Allestimento essenziale, intimo, per lo spettacolo “In viaggio con Aurora” di Erri De Luca in scena al Teatro Bellini di Napoli il 27 e 28 Novembre. Al centro del palco, Erri, con accanto una chitarra che userà durante il suo racconto, seduto al tavolo con la nipote Aurora De Luca, splendida “voce cantante”, e a lato, presenza discreta ma essenziale, la violinista Michela Zanotti che accompagna con le sue note i momenti più intensi dello spettacolo.
Il Novecento, secolo di migrazioni, di guerre, di rivoluzioni, raccontato attraverso delle storie: quelle che parlano dei rivoluzionari, “futuri banditi o presidenti”, quelle che ripercorrono gli anni di piombo, rinominati da Erri, “anni di rame” dove l’operaio nella comunità poteva ancora trovare e ricevere dignità e sollievo. Durante il racconto lo sguardo si posa anche su Napoli, rievocando in coppia con Aurora alcune canzoni classiche del repertorio napoletano, e leggendo un passo del suo ultimo libro “Il giorno prima della felicità”, ambientato proprio nella città partenopea. Le parole del portiere Don Gaetano e dell’ebreo da lui nascosto nelle viscere della città, durante l’insurrezione napoletana contro i Tedeschi, e a cui dà voce l’attore di scuola yiddish Olek Mincer, creano un collegamento tra i due popoli, accomunati da sorti di esilio e migrazioni, pur per ragioni diverse. Alla domanda dell’ebreo sul perché Don Gaetano non l’abbia venduto ai tedeschi, Don Gaetano risponde : “Perché non vendo carne umana. Perchè in guerra la gente tira fuori il peggio e pure il meglio”.
Sono i sentimenti comuni all’umanità a spiegare questo secolo, gli stessi che generano canzoni, ballate e poesie che intervengono con discrezione ed effetto durante il viaggio. Pare che Erri ci voglia portare per mano e con delicatezza attraverso questo secolo, facendocelo conoscere attraverso le parole e le musiche di chi lo ha vissuto, di chi è stato sconfitto dalla storia, rendendolo umano. Particolarmente indovinate le entrate musicali del violino, che coinvolgono e lasciano spazio allo spettatore per riflettere su quanto raccontato.
Non c’è una finalità per queste storie, lo scrittore non è uno storico, non si tirano le somme su quanto detto, ma si riflette sul ruolo dell’uomo fino ad oggi, percependo, quando Erri impugna la chitarra o quando dialoga attraverso versi con Aurora, l’umanità scontrarsi con le esigenze della guerra, delle sofferenze, degli esili, e con tutto quello che il secolo passato ha portato.
Si arriva, con questo spirito, fino al racconto della guerra di Sarajevo, dalle parole del poeta Izet Sarajlic, che scrive : “Chi ha fatto il turno di notte per impedire l’arresto del cuore di quel mondo? Noi, i poeti”.
Per congedarsi Erri sceglie di leggere la poesia del poeta turco Nazim Hikmet, dedicata a Don Chisciotte. Il viaggio termina, così, con la figura del cavaliere “invincibile degli assetati”, perché mai vinto anche se sempre vinto, mai sopraffatto anche se continuamente sopraffatto e sempre pronto a rialzarsi, come tutta l’umanità della storia del Novecento raccontata da Erri De Luca.
Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it
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