Di: Alessandra Staiano e Sergio Palumbo
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Fuggire lontano tuffandosi in un amore inatteso e travolgente? Oppure restare nella solida casa americana, ancorata alla sua famiglia di cui sente tutta la responsabilità? E’ il dilemma davanti al quale si trova Francesca, protagonista de ‘I ponti di Madison County’ in scena al fino al 22 novembre 2009 al Teatro Bellini di Napoli per la regia di Lorenzo Salvati. La storia, raccontata nel romanzo di Robert James Waller, è nota al grande pubblico per la trasposizione cinematografica che nel 1995 ne fece Clint Eastwood, protagonista del film insieme a Meryl Streep. L’irreprensibile casalinga Francesca incontra per caso il fotografo Robert che le chiede indicazioni per raggiungere i ponti su cui vuole fare un servizio per il National Geographic. Scoppia l’amore: quattro giorni sconvolgenti per la vita di entrambi e il cui ricordo serberanno per sempre. Lei vorrà consegnarlo anche ai figli, con una lettera che avranno solo dopo la sua morte.
Il mezzo teatrale rende omaggio alla parola come potente strumento espressivo e la scelta del regista, che ha adattato il testo, sembra spingere tutta in questo senso, affidata com’è al racconto della trama da parte dei due protagonisti, la casalinga Francesca di Paola Quattrini e il fotografo vagabondo di Ray Lovelock, dello scrittore stesso interpretato dal bravo Ruben Rigillo e dei figli di lei che hanno sulla scena il volto e la voce di Maria Grazia Taurini e Alessandro Marverti. La narrazione si snoda avanti e indietro nel tempo raccontando quell’amore passato e il suo ricordo nel presente.
Potente e carismatica l’interpretazione di Ray Lovelock, intensa quella di Paola Quattrini, immersi nella candida e indovinata scenografia di Bruno Buonincontri. Lo spettacolo consegna agli spettatori la consapevolezza che la rinuncia di lei alla fuga non è una scelta di rassegnazione, ma una forma di amore sublimato dettata dall’esigenza di non rovinare quell’incontro a causa di sensi di colpa e rimorsi. Ma nulla sarà più lo stesso sia per Francesca che per Robert, che vivranno il resto dei loro anni tornando apparentemente alla stessa vita di prima, distanti, ma con la gioia (ed al contempo il dramma interiore) di essere in ogni istante l’uno dentro l’altro, perché anche soli quattro giorni vissuti intensamente possono dare un nuovo significato ad un’intera vita.
Link: il sito del Teatro Bellini – www.teatrobellini.it
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Stomp, al Teatro Bellini di Napoli dal 24 al 29 novembre 2009