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Andrea Pazienza è conosciuto per il genio e la sregolatezza, in ugual modo per le sue opere, l’uso di droghe e la (presunta) morte per overdose a soli trentadue anni.
Si sono versati fiumi di inchiostro sull’enfant prodige del fumetto italiano, ma il miglior modo per celebrarlo nel ventennale della morte, lontano dal sensazionalismo, è la riproposizione delle sue opere meno conosciute, che la Fandango Libri pubblica in due volumi.
In “Storie brevi” vengono rieditate storie da tempo introvabili di una, due o tre tavole, pubblicate in origine su riviste che hanno fatto la storia del fumetto italiano anche grazie alla collaborazione dello stesso Pazienza: alter alter, Linus, Cannibale, Il male, Frigidaire, Zut, Tango…
Storie finora poco conosciute e poco stampate, penalizzate proprio a causa della loro brevità, dal cui accostamento emerge chiarissimo il talento di Pazienza nella sua caratteristica distintiva: l’estrema versatilità del suo tratto.
Classico, cartoonistico, dettagliato, stilizzato, con forte uso di retini o con linee semplici e minimali, in bianco e nero, con i colori più acidi, Pazienza era in grado di cambiare il suo stile adattandolo alla storia e al genere scelto, che in questa raccolta spaziano dal western alla fantascienza, dalle storia di vita quotidiana alla satira.
Un unico filo conduttore invece, quello dell’assolato Gargano e dell’estate, anima l’altro volume della Fandango che raccoglie le storie più lunghe Il partigiano, Una estate, Il perché delle anatre oltre a tavole esilaranti dedicate ai “tipi da spiaggia” e ai frequentatori del Camping Calenella.
Foto e disegni inediti, inoltre, fanno emergere il lato più serio e lirico di Paz.
Sia che si narri di un’ipotetica (e alquanto improbabile) resistenza contro l’esercito comunista che conquista l’Italia e che arriva in Puglia coi carri armati, sia che Pazienza rievochi la propria infanzia o imbastisca una delicata storia ecologista, spicca ancora la varietà, la capacità di giocare non solo col tratto ma anche con i testi e le parole (tipiche sono, per esempio, le traslitterazioni dei dialetti del sud, dal pugliese al napoletano, con risultati non solo comici ma anche estremamente espressivi).
Una capacità, quella di giocare con parole e disegni per esaltare l’incisività della narrazione, che fa di Pazienza un artista completo.
Due volumi curatissimi, consigliati non solo agli appassionati ma anche a coloro che ancora dubitano che il fumetto sia arte: Andrea Pazienza sarà capace di fugare il dubbio.
Link: il sito di Fandango – www.fandango.it
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