Di: Sergio Palumbo e Patrizia Andriola
Tempo di lettura stimato: 3 minuti
L’edizione 2007 del Carpisa Neapolis Festival, diversamente dal passato in cui accadeva quasi sempre il contrario, si è caratterizzata per il fatto di puntare principalmente sulla musica italiana: mentre generalmente c’erano nomi di punta internazionali con gli italiani che ricoprivano un ruolo minore, quest’anno le chicche del festival sono state artisti italiani del calibro dei Tiromancino, Verdena, Negrita, Franco Battiato. Una bella rivincita per la musica italiana. Ma, anche nel ruolo di “comprimari” i gruppi esteri che hanno calcato il palco del Metropolitan Stage, hanno regalato grande spettacolo e ottima musica. Al Neapolis di quest’anno, infatti, si sono esibiti talentuosi gruppi della scena indie e alternative rock internazionale.
Mentre la maggior parte degli spettatori ha visto solo i Tiromancino, la prima serata ha regalato a pochi fortunati ottime esibizioni come quella dei Disco Drive, adrenalinica live-band torinese e degli Holloways, un promettente gruppo inglese che con le sue sonorità brit pop (la loro musica è un concentrato di melodie pop, attitudine punk ed influenze ska e new wave) ha già acquisito notorietà in patria e non solo. Indimenticabile la festosa esibizione, tra palloncini, bolle di sapone, coriandoli e stelle filanti del nutrito gruppo di artisti svedesi I’m from Barcelona: sul palco, nel loro singolarissimo live–show, erano in diciassette simpatici scalmanati (ma il gruppo è di ben ventinove componenti!) che sembravano usciti da una festa di prima media, ornati di fiori, strisce, cravatte colorate e pois e che divertendosi a divertire hanno ravvivato il pubblico con un repertorio musicale in purissimo spirito pop.
I Tiromancino, invece, sono davvero inconfondibili: quasi tutti i brani eseguiti sono stati delle grandi hit e Federico Zampaglione ha una voce che regala emozioni ad ogni nota. L’alba di domani, La descrizione di un attimo, Per me è importante, Amore impossibile, Un tempo piccolo, Due destini, Muovo le ali di nuovo, Il pesce, sono solo alcuni dei brani eseguiti, ma non sono mancati brani dalla colonna sonora del film di Federico Zampaglione Nero Bifamilare, con Claudia Gerini che, durante il festival, acclamata dal pubblico, ha fatto capolino da dietro le quinte, e saltellando ha salutato velocemente i suoi fan. Dopo i Tiromancino gran parte del pubblico va via, ma è un peccato: si perdono i simpatici Atari, già presenti lo scorso anno, i ritmi metronomici degli Whomadewho e i giovanissimi Digitalism.
La seconda serata prevede un ricco programma dove si alternano gruppi del panorama internazionale come gli EPO, gli scozzesi, giovani, freschi, bravi 1990s, gli stilosissimi White Rose Movement, gli indemoniati Horrors: esibizioni di meno di un’ora, stili piuttosto diversi, ma i nomi di punta, come detto, sono tutti italiani: i Verdena non deludono mai, potenti e tendenti allo sperimentale, mentre i suoni caldi ed avvolgenti e nel contempo ruvidi dei Negrita chiudono la seconda serata.
L’ultima serata è la più importante: sul palco dell’Arena Flegrea si esibisce Franco Battiato. Gran pienone di pubblico per due ore di musica. Battiato è accompagnato dalle MAB, gruppo di quattro ragazze sarde trapiantate a Londra per esportare il loro “new dark”. Scrivere di Battiato è davvero pleonastico. Quel che sconvolge sempre sono la sua versatilità ed il suo geniale eclettismo, che lo vede interpretare canzoni tanto belle quanto diverse come E Ti Vengo A Cercare, La Cura, Shock In My Town, Strani Giorni, L’Animale, Cuccuruccucu, La Stagione Dell’Amore, Povera Patria, L’Oceano Di Silenzio, Stranizza D’Amuri, Amore che vieni, amore che vai, Ruby Tuesday, … Tante le emozioni regalate e destinate ad un pubblico differenziato, fatto da giovani ma anche da persone non più in erba, tutti estasiati però dall’ascolto dei brani dell’autore siciliano che con la sua musica delicata, raffinata, armonicamente densa e ricca di sperimentazioni ha incantato il pubblico che dopo la fine del concerto lo ha richiamato a gran voce tanto da farsi concedere due bis. Indelebili emozioni dunque, quest’anno al Carpisa Neapolis Festival.
Ringraziamo la Daniele Mignardi Promopressagency per averci dato la possibilità di essere presenti a questo importante evento dell’estate napoletana.
Recensione del libro “Italia frenata” di Fabrizio Barca (Donzelli)
Recensione del libro “Sviluppare applicazioni Web 2.0” di Christophe Porteneuve (Apogeo)