Di: Valeria Lipani
Tempo di lettura stimato: 2 minuti
Coltelli da cucina si tingono di rosso in questa storia splatter ambientata tra ristoranti e locali di New York. Tommy, il giovane aiuto-cuoco del Dreadnaught, ha una passione per la cucina coltivata fin da piccolo, quando la madre cucinava nello loro casa per la gente del quartiere. Tanti ospiti frequentavano casa e spesso si fermavano a cena, perciò la donna si faceva aiutare dal figlio, che così cominciò ad appassionarsi alla cucina. Questa passione lo tenne fuori dal giro del malaffare, che aveva portato con sè tutti i suoi amici di infanzia. Fece tanta gavetta nei ristoranti della zona, anche lavorando quattordici ore al giorno per diventare sous-chef. Dopo la morte di suo padre, in circostante mai chiarite, lo zio Sally il Parrucchino, maldestro e cafone malavitoso della zona, gli aveva procurato lavoro come aiuto-cuoco, appunto al Dreadnought Grill. Lì aveva conosciuto lo chef tossicomane, Michael, erano diventati amici e condividevano il ritmo massacrante della cucina. Lo chef sta provando a smettere di drogarsi: dai metodi più banali, come farsi di alcool per tirare avanti, fino all’assunzione del metadone. Il locale dove lavorano non se la passa bene: Harvey, il proprietario cocainomane, ha il fiato sul collo della mafia cui deve dei soldi. Le cose degenerano fino al punto in cui la malavita non rileva la gestione del locale. L’FBI indaga e sorveglia tutti i personaggi che gravitano intorno al ristorante. Tutto scorre in apparente normalità, per quanto possibile in quel contesto, nella vita di Tommy Pagano: il lavoro, la fidanzata, la mamma a casa, finché l’aiuto-chef non fa un favore a Sally, il fratello della madre: un apparente piccolo favore che si trasforma in un evento più grande di lui. Un giorno la cucina del ristorante si trasforma in un macello di Cosa Nostra: alla chiusura del locale si consuma un sanguinoso omicidio, di cui Tommy è testimone suo malgrado. Come fare a districarsi tra i Federali e la malavita organizzata, l’alta cucina e i calamari fritti, il tutto tentando di non farsi ammazzare?
Dialoghi concitati e slang spicciolo tra i pittoreschi mafiosi in tuta da ginnastica e catene d’oro, che vengono dipinti nelle loro personalità quasi mai brillanti per acume o furbizia. E’ un noir ben scritto con cibo e droga che fanno da sfondo. Bourdain, cuoco di professione, indugia sulle descrizioni dei piatti, che fanno venir voglia di andare, sfidando il pericolo, in quella losca New York per capire se è realmente così.
Link: il sito di Edizioni Marsilio – www.marsilioeditori.it
Confermato Franco Battiato al “Carpisa Neapolis Festival 2007”: parte la prevendita
Recensione del libro “Johnny Cash – The Man in Black” di Stefano Santangelo (Il Foglio)