Di: Sergio Palumbo
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Sullo sfondo di un piccolo paese dell’empolese il giovane Simone Falorni scrive sette storie per ciascuno dei sette peccati capitali: Superbia, Invidia, Ira, Accidia, Avarizia, Gola e Lussuria. L’idea è accattivante ed è anche ben sviluppata: la scrittura di Falorni è fresca e le storie sono ben congegnate e mai banali. In particolare, Falorni è bravo a collegare ogni storia l’una all’altra, con personaggi che girano tutti intorno allo stesso isituto per geometri. Tutte le storie non lasciano alcuna speranza: nessuno si salva dai sette peccati capitali. Sono storie molto torbide e tutte lasciano il lettore sconvolto dalle atrocità contenute, ma è proprio questo l’intento di Falorni: far capire che quando si cade e si indulge nel peccato non è possibile tornare indietro. Nessuno spazio, comunque, viene lasciato ad una facile deriva pedagogica che un libro del genere potrebbe avere e che, per fortuna, non ha.
E’ notevole la disinvoltura con cui Falorni descrive personaggi, situazioni e avvenimenti, nonché la sua abilità a intrecciare le trame dei sette racconti, con invenzioni imprevedibili ed ingegnose. Un autore emergente di cui sicuramente sentiremo ancora parlare.
Link: il sito di MEF – L’Autore Libri Firenze – www.firenzelibri.c om
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