Di: Redazione
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Venerdi 23 giugno 2006 presso l’Atelier di Via Tito Angelini, 41 Napoli(081 5581367 ) alle ore 18,30 si inaugura la collettiva SPATIUM 06, espongono 10 artisti.
Michele Fiore: “Altrove” (olio su tela) Altrove non è aldilà, ma è il pensiero profondo che raccoglie i segni e i colori del nostro inconscio. Altrove è l’isola dove l’infinito e le diverse dimensioni spazio-temporali, ci consentono l’interpretazione della vita al di là dei segni comuni. L’incontro con noi stessi genera una rinascita.
Gabriella Gorini: “Oasi”- (olio, acrilico su tela) Un viaggio attraverso uno spazio sospeso e senza tempo dove incontriamo oasi popolate di figure solitarie e rosse palme vellutate. La base delle palme è a forma di uovo, che diventa radice e superficie. L’uovo è contenitore e origine di tutto.
Ahu Kanig : “Senza Titolo” (olio su tela) Hai trovato? O stai cercando ancora un altro punto interrogativo?Quello che vuoi togliere strappando questo tuo secondo io. Blu..Rosso…
Tutti i colori del sole? Hai diviso con la tua anima gemella in 2, in 4…
Non puoi raggiungere…Lascia scivolare via le gocce di acqua lascia, solo e prima che raggiungano il mare.Rimani ad osservare al buio con il picco del sole che riscalda
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Barbara Karwowska : “Separati” (olio su tela) di grande dimensione, realizzato durante le prove di uno spettacolo teatrale. I personaggi raffigurati sono due attori posizionati uno di spalle all’altro come a sottolineare i rapporti difficili e duri tra l’uomo e la donna; il loro sguardo coglie l’osservatore con immediatezza quasi gelida. I colori profondi e il denso ambiente cromatico ne accentuano la forza espressiva, così come i graffi che solcano la materia pittorica intensificano la tensione della scena.
Luigia Spinosa : “C’è speranza”- “Voglio volare” (olio su tela) Il suo lavoro analizza la profondità dell’animo umano che si trova in bilico tra bene e male, tra ciò che è possibile avere e ciò che nemmeno si può sperare. Le due opere rappresentano la volontà dell’uomo di affrontare la vita con speranza, anche in momenti di abbandono. L’uomo cerca così di “mettersi le ali”.
Sandra Statunato : “Condominio” –Affascinata dalla natura, coglie gli aspetti più significativi a secondo del momento vissuto in quell’istante. Vulcani, alberi, distese coltivate, onde, isole, paesi reali e surreali. Spesso li coniuga e li inserisce tutti insieme, come se da una finestra si potesse guardare fuori un mondo ricco di forme, sfumature e forti colori. A volte come un cartone animato, a volte senza giuste proporzioni, ombre, luci e prospettive falsate riflettono un “sé” fatto di una continua ricerca di equilibri e verità, ma anche di sogni irrealizzabili.
Mario Stoccuto: “Ingerenze femminili”- “Gita in barca”. Pittosculture su tavola. Opera concettuale, il pensiero della donna si insinua in quello dell’uomo; la natura femminile, come un’ingerenza, distoglie l’uomo dal suo pensiero, caratterizzandolo sia in bene che in male. Il suo lavoro è improntato sull’eclettismo passando dalla pittoscultura al paesaggio e al figurativo fantastico e movimentato.
Cornelia Stoll: “Mani” – (bronzo su base di marmo). Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Monaco, vive e lavora in Italia. Stoll espone per la prima volta una serie di piccole opere in bronzo. Il soggetto è costituito dalle mani, qui presentate in vari atteggiamenti e gesti a volte quotidiani a volte simbolici, esprimendo, nel loro agire delicatezza, forza accoglienza.
Arturo Tozzi : “Grammatiche della creazione” – fotografia digitale su forex. Un lavoro tra arte e scienza. I soggetti sono dei cervelli in attività che campeggiando sullo sfondo nero, presentano delle zone colorate; queste sono le parti che si attivano nel cervello quando proviamo delle emozioni. Le moderne tecniche computerizzate di esplorazione della psiche dimostrano al di là di ogni dubbio che le sensazioni umane, quali odio, amore, istinto materno, esperienze religiose, si possono ricondurre a reazioni biochimiche che avvengono all´interno della scatola cranica.Ciononostante l´intelletto umano continua ad interrogarsi sull´enigma del nulla e del silenzio.Una volta compresa ed accettata la natura organica delle nostre sensazioni, la speranza di una vita al di là di quella biologica è riposta nella capacità di sognare, di emozionarsi, di progettare un futuro impossibile.
Francesco Verio: “Metafora surreale” (olio su tela) Opera che viene esposta per la prima volta e fa parte di una serie, il cui elemento principale è rappresentato dalla sedia. In questa grande tela piovono dal cielo improvvisamente una serie di sedie sospese da sottili fili, caos e armonia dominano questa scena drammatica e teatrale. Munito di linearità culturale e intellettuale, dotato di un grande talento di artista,Verio riconquista alla pittura il quotidiano, ma crea figure delicate e orribili giocando coi semplici gesti delle persone per trasformarle in stravaganti simboli: il naturale diventa grottesco. Verio affida alla figura umana, nella sua drammatica essenzialità interiore, la forza espressiva del suo cromatismo, che poco concede all’ edulcorazione e al decorativo. Violenta diviene, per reazione, l’espressività del soggetto rappresentato che addolora e profondamente commuove…
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 17,30 alle 20 escluso i festivi, fino al 31 Agosto.
Recensione del libro “Undici solitudini” di Richard Yates (Minimum Fax)
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