Di: Sergio Palumbo
Tempo di lettura stimato: < 1 minuto
Appare davvero insolito il trasportato lirismo di questo noir di Massimo Cotto (direttore di Rockstar), sospeso tra reale e surreale, tra consapevolezza e follia.
Chi sono i tre uomini che si incontrano in un albergo in riva al mare d’Irlanda, dove accadranno misteriosi delitti? Sono davvero tre o la proiezione di un’unica personalità, dal passato inconfessabile e dal futuro impossibile, ma che avrebbe potuto essere altro da sé? O forse lo era, un altro, che avrebbe potuto amare la donna che amava, senza il tragico senso di colpa derivante dal crederla sua sorella? Allora non avrebbe ucciso e non sarebbe stato ucciso, morendo per l’ultima volta dopo le tante altre volte che l’aveva ucciso il dolore della vita, senza tuttavia sottrarlo alla vita e al suo destino di distruggere e distruggersi.
Intorno al protagonista, altre figure sospese tra realtà e sogno: disperati amanti votati alla rinuncia o alla morte.
Lo stile a volte si distende nell’idillio teneramente malinconico dell memorie infantili; più spesso ha l’andamento affannoso di un destino che incalza fino alla necessaria catasfrofe. Ma spesso è anche il canto appassionato dell’amore ineluttabile, come quello di certi eroi della tragedia greca, incolpevoli pur nella colpa perché vittime del Fato.
Link: il sito di Aliberti Editore – www.alibertieditore.it
Recensione del libro “La città buia” di Sandrone Dazieri e Daniele G. Genova (Aliberti)
Recensione del libro "Natura morta con violino oltremare" di Osvaldo Guerrieri (Aliberti)