Di: Sergio Palumbo
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Attraverso le pagine di un elegante volumetto edito dalla Fazi Editore, Alessandra Amitrano, al suo debutto editoriale, ci racconta le vicissitudini di Stella, una ragazza “broken”, spezzata. In Stella si ritrova quel disagio e quel senso di disadattamento, di non appartenenza e di disprezzo per tutto ciò che è mediocre, convenzionale, che era proprio di Christiane F. nei suoi Ragazzi dello Zoo di Berlino. Non è un caso, difatti, che oltre a Nico, cantante dei Velvet Underground, Stella (che narra in prima persona attraverso la disinvolta penna della Amitrano) si senta molto vicina proprio a Christiane F. nel suo stare male, nel suo essere diversa.
Broken Barbie è un libro sul disagio giovanile ed in particolare delle giovani donne. Ma attenzione: non si tratta del solito disagio giovanile di cui si sente tanto parlare (la mancanza di punti di riferimento, il non riuscire a conformarsi a certi canoni standard di bellezza proposti se non imposti dai mass media e bla bla bla…). Stella vive qualcosa di diverso, di particolarmente perverso che non è causato da fattori esogeni, ma che è soltanto dentro di lei. Non è Stella che non riesce ad uniformarsi alle persone cosiddette “normali”, ma l’esatto contrario: sono le persone cosiddette “normali” che non riescono a conformarsi a lei. Ed è ancora peggio.
Da qui nasce il disprezzo e la necessità di fuggire da Napoli, questa città di cui Stella odia i colori, gli odori, i sapori, i paesaggi e i personaggi. Ed ecco che l’odore del ragù diventa insopporabile per una ragazza che alterna momenti di potenziale anoressia a momenti di vorace bulimia; ecco che i discorsi con i compagni di classe finiscono male per motivi di gelosia o per motivi di differenza di vedute (ad esempio Maradona, per Stella, è un “fracicone cocainomane”); ecco che Stella viaggia, senza una meta, verso mondi reali o verso mondi artificiali, frequentando persone disadattate quanto se non più di lei. Stella si troverà quindi in situazioni paradossali, spesso perverse, dove lei talvolta si lascia trascinare, talvolta trascina e da cui spesso si trova a scappare. Il tutto accompagnato dalla sofferenza e dal mal di vivere di un’anima in pena, che talvolta riesce a trovare conforto, ma che è sempre cosciente che quei pochi momenti di quiete dovranno lasciare il posto ad una sofferenza ancora più forte e perversa di prima.
Il libro è costituito da un insieme di flash scattati sulla vita e sul malessere di Stella. Sono brevi flash ma che fanno ben cogliere il senso di angoscia provato dalla protagonista. Sono flash che, nonostante la difficoltà intrinseca dell’argomento, risultanto scorrevoli e ben incastrati tra loro, facendo venire sempre voglia, al termine di uno, di iniziarne subito il successivo. Questo primo romanzo della Amitrano, infatti, mette in mostra il suo stile vivace, fresco e disinvolto, facendoci conoscere una scrittrice assolutamente abile nel cogliere e nel raccontare in modo efficace un disagio generazionale, cosa decisamente non semplice. Un libro imperdibile, da divorare con la stessa foga con cui Stella divora di tutto nei suoi momenti di bulimia. In attesa del secondo libro di questa brava scrittrice.
Link: il sito di Fazi Editore – www.fazieditore.it
Recensione del libro “Anche una sola lacrima” di Franco Limardi (Marsilio)
Il Neapolis Festival 2005